L’ articolo scientifico intitolato “Quantum aspects of the brain-mind relationship: A hypothesis with supporting evidence”, pubblicato sulla rivista “Biosystems” nel 2023, cerca di fornire una nuova prospettiva sulla relazione tra mente e cervello attraverso il framework della fisica quantistica.
Il punto di partenza degli autori è la constatazione che molti dei problemi più grandi nella comprensione della mente, come la natura delle esperienze soggettive (qualia) e la libertà di scelta (free will), non possono essere spiegati completamente dalla fisica classica. Inoltre, la fisica classica assume che ogni stato del mondo è o reale o possibile, e che ogni evento può essere descritto attraverso leggi deterministiche. Questo modello, tuttavia, sembra inadeguato per spiegare la complessità e la diversità dell’esperienza umana.Gli autori propongono quindi una nuova ipotesi che si basa sul framework della fisica quantistica, secondo cui il mondo consiste di due elementi ontologicamente reali: i Possibili e gli Attuali. I Possibili non obbediscono alla legge del terzo escluso di Aristotele, mentre gli Attuali lo fanno. In questo modello, la misurazione che viene registrata dalla mente dell’osservatore converte i Possibili in Attuali.
Secondo questa prospettiva, alcuni aspetti della mente potrebbero essere di natura quantistica, e la mente stessa potrebbe svolgere un ruolo attivo nel mondo fisico. In altre parole, la mente potrebbe influenzare il mondo fisico attraverso la misurazione quantistica. Questo porta a una nuova comprensione della mente come un’entità attiva che partecipa alla creazione della realtà. Gli autori forniscono anche alcune evidenze empiriche per supportare questa ipotesi. Ad esempio, la presenza di fluttuazioni quantistiche nei canali ionici delle membrane cellulari del cervello suggerisce che la fisica quantistica può essere coinvolta nei processi neurali. Inoltre, gli esperimenti di Radin sulle capacità psi (extrasensoriali) suggeriscono che la mente può influenzare il mondo fisico.
Continuando ad approfondire l’articolo di Kauffman e Radin, è interessante notare come essi propongano un modello che si basa sulla visione della realtà di von Neumann, che a sua volta aveva già proposto l’esistenza di due elementi ontologicamente reali, i Possibili e gli Attuali. Secondo questa visione, la realtà non può essere descritta solo in termini di oggetti fisici, ma deve includere anche la possibilità di oggetti che non sono ancora stati manifestati nella realtà fisica. Questi oggetti possibili sarebbero ontologicamente reali, cioè avrebbero una propria esistenza, ma non sarebbero ancora manifesti nella realtà fisica. In questo modello, la mente gioca un ruolo cruciale. Secondo Kauffman e Radin, la mente non sarebbe solo un epifenomeno del cervello, ma sarebbe in grado di influenzare la realtà fisica. Quando la mente si concentra su un certo oggetto, la sua attenzione ne causerebbe la manifestazione nella realtà fisica. In altre parole, la mente agirebbe come un osservatore che converte gli oggetti possibili in oggetti attuali.
Questo modello potrebbe spiegare alcuni dei misteri della coscienza, come ad esempio il fenomeno delle qualia, ovvero le sensazioni soggettive che accompagnano l’esperienza. Secondo Kauffman e Radin, le qualia potrebbero essere legate al processo di conversione degli oggetti possibili in oggetti attuali, in cui la mente svolge un ruolo attivo. In conclusione, l’articolo di Kauffman e Radin presenta un’interessante proposta per spiegare la relazione tra mente e cervello attraverso l’uso della fisica quantistica. La loro ipotesi si basa sulla distinzione tra gli elementi ontologicamente reali, i Possibili e gli Actuals, dove i primi non obbediscono alla legge del terzo escluso di Aristotele e i secondi si. Secondo la loro proposta, la mente dell’osservatore converte i Possibili in Actuals attraverso la misura, il che suggerisce che la mente potrebbe svolgere un ruolo attivo nel mondo fisico.
Il supporto empirico presentato dagli autori, come ad esempio la correlazione tra l’intenzione mentale e l’effetto su un sistema fisico, suggerisce la possibilità che alcuni aspetti della mente possano essere di natura quantistica. Tuttavia, come gli stessi autori sottolineano, ci sono ancora molte domande aperte riguardo alla relazione tra mente e cervello, e alla possibile natura quantistica della mente stessa. Inoltre, la proposta di Kauffman e Radin può essere vista come un’ulteriore esempio di come la fisica quantistica stia diventando sempre più interdisciplinare, trovando applicazioni in campi come la biologia e la neuroscienza. Questa prospettiva interdisciplinare potrebbe portare a una maggiore comprensione della complessità del mondo che ci circonda, e alla scoperta di nuove soluzioni ai problemi che ci affrontiamo.
Stuart A. Kauffman, Dean Radin,Quantum aspects of the brain-mind relationship: A hypothesis with supporting evidence,Biosystems,Volume 223,2023,104820,ISSN 0303-2647,https://doi.org/10.1016/j.biosystems.2022.104820